Paura e ansia: come ci fanno agire?
di Jacopo Piol | pubblicato il 2 aprile 2020
Bollettini di guerra che raccontano ogni giorno di contagi e deceduti, aziende ed esercizi chiusi, lavoro a singhiozzo, obbligo di rimanere a casa da più di un mese. Nessuno poteva immaginarsi di vivere una situazione come quella che stiamo vivendo in questo inizio 2020, con l’emergenza Coronavirus entrata di prepotenza nelle nostre vite.
Se la situazione dal punto di vista sanitario è assolutamente inattesa e dunque straordinaria, l’elevata volatilità dei mercati è invece un fatto già visto - in tempi recenti, ad esempio, nel 2001 e nel 2008 - e possiamo dunque definirla “ciclica”.
Di fronte a scenari come questi, l’essere umano prova un’emozione molto precisa: la paura. Proviamo allora ad approfondire per capirla e poterla gestire, soprattutto per quanto riguarda i riflessi che può avere sul nostro patrimonio. Il motivo è semplice: la paura, se non supportata da un’attiva lettura razionale, può portare ad azioni che nella maggioranza delle volte sono nocive per il risparmiatore.
UN FONDAMENTO DELLA NOSTRA VITA
Al pari di ogni altra emozione “elementare” (gioia, rabbia, tristezza, disgusto), la paura ha un’utilità - anzi, una specifica funzione - per l’essere umano: è infatti deputata a metterci in guardia dai pericoli che incontriamo, spingendoci alla sopravvivenza.
Di fronte a un pericolo, infatti, il nostro corpo produce un ormone, l’adrenalina, che induce cambiamenti fisici e mentali, preparandoci all’azione. Per essere precisi alle azioni, due: fight or flight, affrontare la situazione oppure fuggire.
Per intuire il valore in termini adattivi di questa emozione basta provare ad immaginare gli uomini della preistoria: è proprio la paura ad averli protetti, per esempio, dagli animali selvatici o da “vicini” ostili. Questa emozione è un fondamento della nostra vita, c’è sempre stata e sempre ci sarà, ovviamente evolvendosi: quelli che “ieri” erano leoni feroci, oggi sono la perdita di un lavoro o dei propri risparmi, un cambiamento di vita, una pandemia globale…
LE REAZIONI ALLA PAURA
Come anticipato, le reazioni fondamentali alla paura sono due: fight or flight, affrontare l’ostacolo, combatterlo, oppure scappare, abbandonare una situazione prima che diventi troppo minacciosa e pericolosa per la nostra sopravvivenza.
Esistono in realtà altre due reazioni degli esseri viventi di fronte al pericolo: il freezing e il faint. Il freezing è uno stato di immobilità che permette di non farsi vedere dal predatore mentre si valuta la strategia migliore tra attacco o fuga. Il faint invece è una reazione estrema, automatica e non consapevole, che potremmo definire come “l’ultima risorsa”: si tratta infatti della “finta morte”, una brusca riduzione del tono muscolare accompagnata da una disconnessione fra i centri superiori e quelli inferiori. Il perché è presto detto: i predatori preferiscono prede vive. Questi cambiamenti corporei, cognitivi e comportamentali fanno parte della natura delle emozioni e servono a garantirci la sopravvivenza.
I CAMBIAMENTI PSICOLOGICI E L’ANSIA
L’aspetto che ci interessa è quello legato agli effetti psicologici legati alla paura. La reazione a stimoli pericolosi porta infatti un cambiamento nel modo in cui pensiamo, che diventa adattivo al contesto, pronto ad affrontare la minaccia.
Per fare un esempio, quando siamo sotto stress ci focalizziamo di più sul problema, ci concentriamo più a lungo, aumentiamo le capacità di problem-solving; analogamente, avvertiremo dei cambiamenti emotivi come l’essere più tesi e irritabili. Un eccesso di paura porta invece a focalizzarsi esclusivamente su ciò che si teme, pensando che non esista soluzione. Si sviluppa così nel tempo un pensiero di tipo negativissimo su se stessi e sul mondo circostante, sempre percepito come fonte di minacce.
I problemi nascono dunque se la paura viene vissuta in maniera esagerata o fuori contesto, quando cioè non riusciamo a “spegnere” le nostre reazioni corporee e mentali di fronte a una minaccia che non è più presente o imminente.
In questo caso la paura diventa ansia, che si scatena quando si effettuano previsioni negative e catastrofiche su eventi percepiti come importanti o pericolosi.
QUALCHE PICCOLO CONSIGLIO
Per provare ad affrontare e gestire la paura e l’ansia, o comunque muovere i primi passi in questa direzione, possono essere utili alcune domande che derivano dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale, la quale ha un’elevata efficacia nella gestione delle emozioni negative: «Cosa temo? Cosa genera la mia paura e/o la mia ansia? Quale pericolo corro?».
Si tratta di mettere in discussione gli aspetti cognitivi dell’ansia e della paura. Cercando, per quanto possibile, un approccio il più possibile razionale.
Il mio ruolo è fortemente proattivo nell’aiutarvi a comprendere queste dinamiche in modo da poter attuare assieme le migliori strategie sul patrimonio personale, senza farsi quindi influenzare troppo dalle proprie (legittime perché appunto come abbiamo visto “umane”) paure ed ansie.