La successione con testamento: quali opportunità?

30 settembre 2016. A una settimana dal suo 91° compleanno, Bernardo Caprotti - il signor Esselunga - muore a Milano. Il grande imprenditore brianzolo lascia la seconda moglie Giuliana Albera e tre figli: Giuseppe e Violetta, nati dal primo matrimonio, e Marina Sylvia, dal secondo.
 Come già fatto per Lucio Dalla, il nostro focus si concentra sulla miliardaria eredità. A differenza del grande cantautore bolognese, Caprotti pianifica nel dettaglio il suo testamento: anzitutto, Caprotti lascia a Giuliana e Marina Sylvia il 70% di Esselunga e il 55% della Villata, l’immobiliare che raccoglie uffici, magazzini e supermercati; i figli di primo letto Giuseppe e Violetta si spartiscono invece il restante 30% di Esselunga e il 45% dell’immobiliare. Rispettando la legge di successione, che prevede che ogni discendente abbia per legittima almeno il 16,6% del patrimonio, l’imprenditore tolse ogni appiglio ai primi figli per ulteriori cause (già accadute mentre era in vita), lasciando così una chiara linea per la gestione dell’impero della grande distribuzione.


LA SUCCESSIONE TESTAMENTARIA
Come potrete immaginare, Caprotti lasciò anche svariate proprietà immobiliari e (tanti) soldi, ma il punto più interessante è la spartizione delle quote societarie. Alla base di questa successione pianificata nel dettaglio, la volontà - da lui stesso spiegata - di evitare «ulteriori contrasti e pretese» consentendo a tutti «di vivere in pace nei propri ambiti».

Questo esempio è perfetto per capire come una strategia ben studiata permetta di “andarsene sereni”, sapendo che non si scateneranno lotte - in certi e famosi casi, autentiche guerre - per l’eredità. Ma la bontà di questa scelta vale anche per situazioni più “semplici”, che è bene affrontare e pianificare.

IL TESTAMENTO: COS’È E COME FUNZIONA
Partiamo dal codice civile, che all’articolo 587 recita: “Il testamento è un atto revocabile con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o di parte di esse”. Il testamento, dunque, rappresenta l’unico strumento per poter disporre dei propri beni dopo la morte. E, come sancito dalla legge, è basato su delle regole: la principale è che la libertà di disporre dei propri beni è totale solo in mancanza di familiari prossimi; se invece il testatore ha dei parenti stretti, può decidere solo di una parte del proprio patrimonio mentre il resto, definito quote di legittima, è la parte che va per legge riconosciuta ai suddetti familiari. Nei grafici qui sotto ne vediamo le caratteristiche: il primo spiega cosa accade in presenza di un coniuge vivente; il secondo in assenza del coniuge.


IL TESTAMENTO: TIPI E REGOLE
L’obiezione attesa, e più comune, è la seguente: «Fare un testamento costa, chi me lo fa fare?». Vero o falso? Dipende. Sono due le tipologie principali di testamento. Quello che immaginiamo tutti, influenzati da film e libri, è quello pubblico, che viene redatto da un notaio in presenza di due testimoni: deve indicare il luogo e la data del ricevimento e l’ora della sottoscrizione, ed essere sottoscritto dal testatore, dai testimoni e dal notaio. Il costo si aggira in genere intorno ai 1000 euro e il testamento viene conservato dal notaio.

Quello ai più sconosciuto è invece il testamento olografo, per la cui redazione non è necessaria né la presenza di un notaio, né di testimoni. Il testamento olografo si può scrivere su qualsiasi pezzo di carta (ma anche stoffa, legno o altro materiale “durevole”), non ha particolari schemi o formule, ma deve rispettare un rigore formale che permetta di desumere da quel documento le volontà di chi lo ha redatto.
I requisiti fondamentali perché il testamento olografo sia valido sono tre:
- l’autografia: il testamento deve essere interamente scritto di proprio pugno, non a computer, non da altre persone;
- la data: bisogna indicare precisamente il giorno, il mese e l’anno di redazione; in mancanza, il testamento può essere annullato su istanza di chiunque ne abbia interesse;
- la sottoscrizione: il testamento olografo deve essere firmato al termine delle disposizioni.

Un’operazione senza costi, perché chi redige un testamento olografo può conservarlo dove meglio crede e senza comunicarlo a nessuno. In caso di timore che il testamento possa essere smarrito o sottratto, si può affidare a una persona di propria fiducia o depositarlo presso un notaio.

CONCLUSIONI
 Per arrivare preparati e sereni a questo passaggio così delicato - e inevitabile… - il modo migliore è dunque quello di programmare, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione e affidandosi a un esperto in materia, capace di consigliare la miglior soluzione per ogni necessità e volontà.

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