Il bias cognitivo dell’ancoraggio
di Jacopo Piol | pubblicato il 6 giugno 2023
Il nostro cervello si lega alla prima informazione che riceve, sia essa un prezzo o un valore: un meccanismo che influenza le nostre scelte, portandoci spesso a conclusioni errate poiché non oggettive
Nel nostro ultimo approfondimento abbiamo introdotto il tema dei bias cognitivi, che abbiamo definito come “risposte automatiche e innate del nostro cervello”, costruite durante l’evoluzione umana come reazione agli stimoli esterni di pericolo per garantire la sopravvivenza; delle “scorciatoie”, insomma, per rispondere - più velocemente e automaticamente - a determinati stimoli. Scelte che, dunque, sono “irrazionali”: ecco perché dobbiamo conoscerle per... evitarle, soprattutto se parliamo dei temi che qui dibattiamo, ovvero quelli del risparmio, degli investimenti, della pianificazione finanziaria.
IL PUNTO DI ANCORAGGIO
Oggi ci addentriamo in un primo bias cognitivo, quello cosiddetto “dell’ancoraggio”. Di cosa si tratta? Partiamo da un primo piccolo e semplice test. Quando è morto Carlo Magno?* Se questa domanda fosse posta ad un gruppo di persone, nel caso in cui qualcuno si buttasse su una data (diciamo: 300 d.c.), tutti gli altri - o quasi tutti: è escluso ovviamente chi conosce la risposta - proverebbero a dare la soluzione prendendo come riferimento di partenza l’unico dato disponibile, ovvero 300 d.c., non discostandosi di molto nelle loro risposte.
Ecco dunque cos’è l’ancoraggio: si tratta di un fenomeno per cui le persone si basano eccessivamente su una determinata informazione, il “punto di ancoraggio”, quando devono prendere una decisione. Questa informazione di riferimento può essere qualsiasi dato o valore, come un prezzo, una cifra o una percentuale. Una volta che il punto di ancoraggio viene stabilito, le persone tendono a fare stime o valutazioni partendo da quel punto, anche se potrebbe non essere razionalmente giustificato.
COME AGISCE IL BIAS DELL’ANCORAGGIO SULLA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA?
Questa “scorciatoia” può influenzare le decisioni “economiche” in diversi modi. Anche qui, qualche esempio. Il primo è semplice e lo viviamo tutti ogni giorno poiché è una comune strategia di marketing: lo sconto. Nel valutare il prezzo finale di un bene, infatti, partiamo dal prezzo iniziale (ovvero l’àncora) come punto di partenza per deciderne la convenienza o meno. Evidente come non ci sia nulla di razionale in questo tipo di analisi.
Spostiamoci nel mondo della finanza, dove l’ancoraggio può influenzare le decisioni economiche in diversi modi. Nel contesto degli investimenti, un investitore potrebbe fissare un prezzo di riferimento per un'azione o un titolo, e successivamente basare le sue decisioni su quel prezzo, ignorando informazioni aggiornate o rilevanti. Se in passato ho comprato una tipologia di strumento finanziario (un’azione, un’obbligazione…) a un determinato prezzo, questo diventa l’àncora e, quando vorrò acquistare un’altra volta, la mia mente valuterà il nuovo prezzo “confrontandolo” al precedente.
Anche qui è chiaro come non ci sia nulla di razionale, poiché sui mercati finanziari i prezzi cambiano continuamente. Un esempio può venirci in aiuto: ho acquistato un’azione di un’azienda a 50€ e, successivamente, la stessa azienda sta andando incontro a un crac finanziario; il valore delle azioni sarà calato e quindi il bias cognitivo dell’ancoraggio mi indurrà ad acquistare. Inutile dire come questo sia sbagliato, tanto quanto il caso contrario: il valore dell’azione cresce e quindi sarò portato a pensare «dovevo acquistarlo prima, ora non è più conveniente»; l’azienda invece è in grande salute e ha prospettive di crescita e sviluppo, rendendo quindi invece ancora profittevole l’investimento.
COME RISPONDERE AL BIAS DELL’ANCORAGGIO?
Esistono delle strategie per non incorrere in questi errori? La risposta, fortunatamente, è sì. I consigli sono tre. Il primo è la consapevolezza, vero e primo obiettivo di questo nostro approfondimento: sapere dell’esistenza del bias cognitivo dell’ancoraggio permette di riflettere sulle nostre decisioni, rendendoci più inclini ad analizzare le informazioni in modo oggettivo e a basare le nostre decisioni su dati aggiornati.
Il secondo, strettamente correlato, è la ricerca e l’analisi: prima di prendere una decisione finanziaria, è fondamentale conoscere e analizzare tutte le informazioni disponibili; questo aiuta a evitare di fissarsi su un punto di ancoraggio e ad considerare una gamma più ampia di opzioni.
Il terzo è quello di consultare un esperto. Che, come tutti, non è immune ai bias cognitivi; ma li conosce e li riconosce, così da poter applicare i giusti correttivi guidando verso scelte razionali e consapevoli, vantaggiose nel lungo termine.
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*Per i più curiosi, la risposta è 814 d.c.